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Trasformazione Digitale
Digital Transformation: Gruppo Camozzi in pole
tra i primi in Italia ad avviare la Digital Transformation
Gruppo Camozzi
La storia del Gruppo Camozzi, tra i primi in Italia ad avviare la Digital Transformation. Quest’anno gli accordi con l’IIT di Genova e l’Università di Berkeley.
Santulin & Partners affianca il Gruppo nella scelta di rafforzamenti manageriali per le diverse divisioni e in varie aree geografiche, dagli US al Vietnam, sempre focalizzando la ricerca non solo sulle specifiche competenze manageriali, ma cercando una rigorosa compatibilità fra percorsi diversi per storia, lingua e background culturali. Tutto “cementato” dal set di valori familiari imprenditoriali che costituiscono il DNA del Gruppo Camozzi.
Tra le prime aziende italiane ad aver avviato un processo di Digital Transformation
Il treno che porta alla quarta rivoluzione industriale è già partito.
Anche l’Italia, secondo Paese manifatturiero in Europa, ci è salita con un bagaglio fatto di pochi rischi e tante opportunità.
Le fabbriche stanno cambiando all’interno di un processo inesorabile che porterà in breve tempo a una produzione industriale interamente automatizzata e interconnessa.
È l’industria 4.0: un mondo ancora non interamente esplorato fatto di robotica, big data e nuove tecnologie.
Ma c’è chi ha preso questo treno in anticipo, cogliendo fin da subito le potenzialità dell’industria 4.0 e plasmando attorno ad esse un nuovo modello produttivo. È il Gruppo Camozzi, storica impresa fondata a Lumezzane (Brescia) nel
1964, specializzata nel settore manifatturiero e nel tessile.
Il Gruppo Camozzi è senza ombra di dubbio una delle prime smart factories in Italia, oggi guidata dal presidente e amministratore delegato Lodovico Camozzi.
Nel 2017 l’azienda ha registrato un fatturato globale di circa 400 milioni di euro, generati dai rapporti commerciali con 75 Paesi del mondo e per il 2018 ha stanziato ben 30 milioni di euro in ricerca e tecnologia.
Un investimento accompagnato dalle partnership avviate con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e con l’Università di Berkeley negli Stati Uniti. In particolare, con l’IIT Camozzi avvierà un laboratorio congiunto, della durata di cinque anni, interamente dedicato ai temi della robotica, automazione e materiali sostenibili.
Con Berkeley, invece, il gruppo bresciano è entrato a far parte del consorzio iCyPhy (Industrial cyber physical systems), aderendo inoltre all’Industrial Liaison Program della facoltà di Computer science dell’università californiana.
E dal settore tessile è arrivato il primo input per il cambiamento. Camozzi è, infatti, tra le prime aziende italiane ad aver avviato un processo di Digital Transformation, applicando al mondo dell’automazione industriale i paradigmi dell’IOT (Internet of things).
Un nuovo modo di agire che ha permesso al Gruppo di concepire servizi e soluzioni alternative per ottimizzare la gestione della produzione e della manutenzione di macchinari sempre più intelligenti e connessi tra loro.
Ma la scommessa, ormai vinta, sul digital ha anche consentito all’azienda bresciana di porre le basi per la ideazione e la realizzazione di una nuova linea di business orientata allo sviluppo di soluzioni e servizi digitali.
Camozzi ha compiuto un cammino evolutivo che in pochi anni l’ha portata a passare da produttore di componenti pneumatici a vero e proprio partner di rilevanza internazionale nel campo dell’automazione industriale. Un settore in espansione che l’azienda segue scrupolosamente grazie alla divisione Digital del Gruppo, creata nel 2012 con l’obiettivo di supportare le aziende in un percorso di crescita che sfrutta i sistemi di innovazione digitale e IOT.
Camozzi produce sistemi intelligenti in grado di scambiarsi informazioni, generare azioni necessarie ai comparti produzione e manutenzione nel pieno automatismo e nella piena indipendenza.
Un sistema messo a regime anche grazie alla collaborazione con la piattaforma Azure e la suite Cortana Analytics di Microsoft.
Per le imprese adeguarsi a questi nuovi paradigmi è fondamentale per stare al passo con i tempi di un cambiamento sempre più rapido e incisivo.
La tecnologia, ad esempio, avrà un ruolo sempre più importante nel mondo del lavoro, destinato a diventare sempre più smart.
Macchine interconnesse in rete che dialogano tra loro e si riparano autonomamente, milioni di dati a disposizione di un’azienda per aiutarla a prevedere e prevenire il grado di fallimento produttivo, adottando in anticipo le giuste contromisure.
E ancora la possibilità di personalizzare i prodotti per il singolo cliente, ottimizzando al massimo i risultati. Tutto questo all’interno di un flusso di lavoro che sarà prima virtuale, con un’interazione sempre più incisiva tra uomo e robot.
Quest’ultimo apprenderà le competenze direttamente dal”collega” umano, fornirà informazioni dettagliate che permetteranno di limitare al minimo gli errori durante la catena produttiva.
Uno scenario già attuale che vede le fabbriche diventare sempre più intelligenti nell’ottica della Digital Transformation, pronta a rivoluzionare la produzione e più in generale il business di un’azienda.